RECENSIONE

ARCHITETTURA INTERATTIVA:  

La forma che in-forma

Autore:
Furio Barzon

Collana:
the IT Revolution in architecture

Casa editrice:
Testo&Immagine

Data di pubblicazione:
1 aprile 2003

ISBN:
88 83820851

Categoria:
libro teorico

 


1- GIUNGLA

2- VISIONE TATTILE

3- MODELLI INFORMATICI

4- TRASGRESSIONE

5- INTERATTIVITA'

6- SPAZIO VIRTUALE

7- NUOVI ALGORITMI

 8- TOTAL SURROUND

9- INTERCONNESSIONI DINAMICHE

LA CARTA DI ZURIGO

Prendendo il libro in mano, l’immagine centrale del globo avvolto da reti elettroniche che si ramificano sia all’interno che all’esterno racchiude già in sé, senza nemmeno aprire il libro, il cuore di questo testo. Vorrei appunto porre l’attenzione del lettore su quest’immagine scelta per la copertina: una rete elettronica stesa intorno al pianeta e che va anche verso l’interno. Interessante la rappresentazione di due concetti fondamentali che si interconnettono fra loro, ma allo stesso tempo sono opposti. “Esternalizzazione paradossale” sono le parole chiave che l’autore usa per far riflettere sul processo di esternalizzazione del sistema nervoso che si fa digitale travasandosi in una rete elettronica, affiancato a un  moto contrario di reinternalizzazione nel sistema di telefonia cellulare mobile e portatile. Il paradosso sta appunto nel contrasto fra il nostro sistema nervoso che si rende sempre più esteso verso l’esterno, trasformandosi in una rete di comunicazione che circonda il globo, e allo stesso tempo il pianeta che si sta interiorizzando in noi attraverso le tecnologie. Quest’aspetto nella società d’oggi è attuale e centralissimo, facendo soffermare il lettore sulla sua condizione sempre connessa con altre parti del mondo, anche rimanendo immobile.

L’ ETH di Zurigo nella primavera del 2000 ha ospitato la presentazione internazionale della collana "La Rivoluzione Informatica". L’evento è stato il palcoscenico di un dibattito basato sul tema centrale degli sviluppi e delle nuove tendenze dell’architettura nell’era della "Rivoluzione Informatica". Le considerazioni dei tre protagonisti della scena Peter Eisenman, Derrick de Kerckhove ed Antonino Saggio, raccolte da Furio Barzon, creano la basi per la creazione di quella che da anche il titolo a questo libro: “La Carta di Zurigo”.

Il testo affronta il pervasivo impatto di schermi, connessioni e interfacce elettroniche nelle organizzazioni flessibili e transtipologiche. L'architettura diventa un organismo elettronico e interattivo, dando forma a uno spazio nuovo, caratterizzato dalla contiguità, mescolanza e contaminazione di ogni elemento.

La “Carta di Zurigo” è un tentativo di codificare l’utilizzo dei nuovi, potenti mezzi mediatici e tecnologici in relazione all’architettura. Pone le basi per la creazione di una “matrice aperta” in sostituzione di un manifesto di risposta alle questioni scaturite dalla Rivoluzione Informatica. Una matrice critica e programmatica individuata dai tre studiosi e spiegata attraverso nove punti nodali in cui si articola questo libro:


1) Giungla

2) Visione tattile

3) Modelli informatici

4) Trasgressione

5) Interattività

6) Spazio virtuale

7) Nuovi algoritmi

8) Total surround

9) Interconnessioni dinamiche

In questo modo l’autore fornisce un abaco di informazioni che saranno le linee guida del nuovo pensiero contemporaneo. Creare questa matrice aperta è fondamentale per indirizzare gli architetti ad orientarsi nella giungla appena esplorata del mondo virtuale, naturale ed inevitabile habitat del nostro futuro.

L’assenza di dialettica, di piani di riferimento e confini rende la metafora della giungla perfetta per rappresentare il mondo virtuale. Un mondo che interagisce con l’architettura facendola mutare e diventare viva. Concetto chiave di questo libro è infatti la frase di Antonino Saggio: “L’architettura, insomma, può reagire, ma può anche interreagire e cioè adattarsi al mutare dei desideri degli utenti attraverso scenari percorribili come se fossero un ipertesto.” Inoltre anche la citazione di Gilles Ivain del 1953: “Architettura […] per articolare il tempo e lo spazio […] per sperimentare i mille modi di modificare la vita […] che cambia in parte o del tutto a seconda della volontà dei suoi abitanti […] nella curva eterna dei desideri umani”, riportata da Antonino Saggio all’incontro, esprime questo cambiamento in architettura.

Costruire i nuovi strumenti e i nuovi algoritmi per questi nuovi ambienti complessi sarà quindi la sfida dei nostri tempi che questo libro inizia ad affrontare. Solo in questo modo si potrà dominare la giungla e non perdersi nella molteplicità di intrecci al suo interno.

Iniziando dalla relazione con la natura, si passa al pensiero poliedrico di Brunelleschi che fu il primo che si orientò verso la scienza per cercare un fondamento nell’architettura. La prospettiva da lui usata viene sostituita dalla visione tattile del 3D, spostandoci così da una dominante visione a una in cui è possibile la modellazione. Indispensabile questo concetto per il mondo digitale, la cui radice è appunto la parola dito.

Passo dopo passo si scoprono in questo libro le chiavi per leggere e vivere questa nuova rivoluzione informatica.
Al concetto di un’architettura, retaggio di un pensiero sullivaniano trasformato in poesia da F.L.Wright in cui “la forma segue la funzione” rappresentava l’emblema di un raffinato approccio organico, ci troviamo oggi di fronte a un’evidente approccio dei nuovi progettisti a focalizzare le embrionali tendenze di un architettura in cui la forma segue l’informazione, intesa come capacità di acquisire e trasmettere dati e quindi di interagire. Le nuove frontiere dell’architettura portano direttamente a una forma di architettura non più solamente narrativa ma interattiva. La forma che in-forma.

La frontiera più intrigante dell'architettura si spinge verso la sua possibile digitalizzazione e interazione con lo spazio. In questo contesto, l'architettura diventa avanguardia, emancipandosi dalle limitazioni del mondo fisico, come la limitatezza dello spazio, la legge entropica e la forza di gravità. Un edificio digitale si configura come una costruzione in un mondo senza vincoli spaziali, dove il minimo diventa massimo, soddisfacendo i desideri del fruitore senza le restrizioni dello spazio fisico.

Il brano sottolinea con chiarezza l'evoluzione della Rivoluzione informatica, spostando l'attenzione non solo sulle informazioni stesse, ma sulla loro capacità di interconnessione. La sfida prospettata è intrigante: non solo creare un'architettura narrativa e metaforica, come spesso accade oggi, ma incorporare un livello complesso e interrelato che rispecchia il cuore del paradigma informatico. Questo sottolinea l'importanza di adattarsi a un ambiente mutante e dinamico, suggerendo che l'architettura del futuro dovrà essere in grado di incorporare questa complessità e interconnessione per rimanere al passo con l'era digitale.

Prospettiamo una direzione in cui si instaurerà una connessione mente-macchina, con i pensieri trasferiti in tempo reale sullo schermo. Sebbene questa potenzialità sia appena stata toccata anche in architettura, gli esperti di questo dibattito ipotizzano che l'architettura dovrà adattarsi ai desideri dell'utente in tempo reale. Un'architettura mutevole e dinamica, come il pensiero umano, concepita come un organismo vivente con pelle sensibile capace di muoversi, cambiare e reagire agli stimoli.

In sintesi, secondo me il testo esplora in modo approfondito le implicazioni dell'architettura nell'era digitale, offrendo una visione chiara delle sfide e delle opportunità che si presentano, aiutando gli architetti del futuro (me compresa) a interagire con mondi virtuali, con pareti non tradizionali che daranno luogo alla comunicazione.

Il libro è senza dubbio uno di quelli da aggiungere alla propria libreria, che sia reale o virtuale come nel mio caso, con una esborso esiguo si ha la possibilità di accedere probabilmente ad uno dei primi libri che affrontano teoricamente il tema in questione. Consiglio questo testo a tutti quelli studiosi che abbiano il coraggio di cimentarsi nella giungla della nuova realtà che stiamo vivendo, ma non solo, questo testo potrà essere sicuramente un grande inizio per una riflessione che continua ad espandersi e trasformarsi. 

Ho trovato molto interessante la spiegazione della parola "TEORIA" in un testo teorico e come questa sia confrontata al teatro, due parole che appunto hanno la stessa radice semantica. Si crea così una sinergia dialettica che dà Platone e da una concezione greca di osservare da lontano e porsi lontano dalla scena, cambia radicalmente arrivando fino ai giorni d'oggi con l'INTERATTIVITA'

Perciò vi consiglio questo libro perché la teoria si fa concreta nel quotidiano.